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Il 14 e il 15 giugno il Gaza FREEstyle Festival è orgoglioso di presentare il primo Festival di musica, sport, cultura e arte per Gaza a Milano.
“Questo gennaio abbiamo chiuso il primo skatepark di Gaza City con 15 giorni di lavoro, grazie alla solidarietà di molte persone abbiamo raccolto più di 100 skate e circa 800 euro allo scorso crowfounding; con questi soldi abbiamo allargato quella che era una piccola area freestyle con una rampa rudimentale, e oggi centinaia di ragazzi e ragazze si ritrovano per skaetare insieme.
Sempre con i soldi raccolti abbiamo avviato diversi workhshop con cinque associazioni e circa 300 donne: abbiamo organizzato diversi laboratori di educazione all’affettività, educazione sessuale, scambi culturali e discussioni sull’attualità. Abbiamo cercato muri tristi di carceri o provati dai bombardamenti aerei e li abbiamo ricolorati disegnando animali, donne con lunghi capelli al vento, pescatori di Gaza City che navigano tranquilli senza temere di essere ammazzati dalla marina militare israeliana a pochi km dal porto.
Tutto questo lo abbiamo documentato con foto e video dei diversi progetti, e abbiamo autoprodotto anche un video musicale assieme agli studenti dell’Accademia di Musica di Gaza (vedi link).
Siamo tornati in Italia con l’idea di ripartire il prima possibile perchè – nonostante esistiamo e lavoriamo da 5 anni sulla Striscia – il nostro lavoro di scambio tramite lo sport è appena iniziato.
Vorremmo iniziare la costruzione di un nuovo park per diffondere ulteriormente l’uso dello skate, portando altre tavole e materiale per aggiustare quelle dei ragazzi che da Gaza a Rafah si esercitano e allenano tutti i giorni raggiungendo livelli altissimi.
Vorremmo continuare il confronto con le donne su tematiche legate al corpo fino ad arrivare a discussioni politiche, e vorremmo continuare a diffondere bellezza con i nostri murales affianco a tutti i ragazzi e le ragazze della Striscia.
Un lembo di terra martoriato dai bombardamenti e stremato dalla situazione di reclusione in cui vive da anni, la più grande prigione a cielo aperto del mondo con un tasso di inquinamento altissimo sia in terra che in mare, e in terra di rischia di morire a causa dei bombardamenti come in mare sparati dalla marina militare israeliana se ci si spinge oltre 7 km dal porto. Non si può uscire dalla Striscia, tutto il confine è presidiato da cecchini che non permettono ai gazawi di avvicinarsi, e in questa vera e propria progione il senso di frustrazione e tristezza è diffusissimo. Non c’è lavoro, non ci sono ospedali attrezzati che funzionano, la scuola può saltare quando israele decide di bombardare, si fa fatica a immaginarsi un futuro.
In questa situazione ci siamo chiesti come intervenire portando un sentimento di speranza e un’idea di unione oltre che di forte solidarietà per questi uomini e queste donne che resistono e si mettono in gioco nonostante tutto, e la risposta è stata quella che proviamo a spiegare quando veniamo invitati in qualche posto per parlare della nostra esperienza. Ma come ben sappiamo non basta solo la parola.
Quale miglior modo per farsi conoscere se non portando a Milano – la città da cui è nato questo progetto – quello che da anni portiamo a Gaza?
Parleremo di Palestina organizzando due giorni di dibattiti, mostre fotografiche, spettacoli di teatro, cene e proiezioni di film; sensibilizzeremo i giovani su cosa per noi vuol dire usare il freestyle come strumento di lotta contro le ingiustizie organizzando una jam di skate, dando la possibilità a chi volesse di donarcene uno da portare con noi alla prossima Carovana a Gaza.
Ci sarà anche un momento per ricordare amici che come noi provano a cambiare questo mondo pieno di oppressi. Il Festival verrà infatti dedicato a Orso Tekoser, un compagno che ha perso la vita nella lotta contro lo stato islamico (isis) in Rojava, a Hafiz che stava per partire con noi prima di dover affrontare un altro male che ce l’ha portato via fisicamente ma è sempre qui con noi, e chiaramente a Vittorio Arrigoni che ci ha ispirato dalla prima Carovana. In merito a questo ci teniamo a ringraziare il Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni-VIK che ha sede e lavora con noi dal 2014.
Inoltre con un murales e uno striscione dedicheremo il Festival anche a Silvia Romano rapita in Kenya il 20 novembre scorso e sparita nel nulla anche tra i media e le autorità italiane, augurandoci che in questi mesi si arrivi alla sua liberazione.
A loro dedicheremo un muro grazie a un gruppo di artisti che lavorerà durante le giornate del Festival.
Per fare questo abbiamo bisogno ancora una volta del vostro supporto!
Fino al 15 giugno il crowfounding sarà aperto a chiunque volesse aiutarci con una donazione a realizzare tutto questo, a costruire il Festival e gettare le basi per la prossima Carovana in progamma questo inverno.
Tutti gli aggiornamenti potrete trovarli sulla nostra pagina FB (https://www.facebook.com/GazaFREEstyleFestival/ ) che potrete contattare se siete interessati a partecipare alle nostre riunioni organizzative, se preferite fare una donazione materiale (skate, rollerblade, quaderni, pennarelli, vernice, ecc..) o se avete qualsiasi tipo di domanda.
Vi aspettiamo il 14 e il 15 giugno a Milano. (Il programma dettagliato verrà pubblicato su questo sito e sulla pagina facebook e instagram). ”
IL FREESTYLE E’ LIBERTA’